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Azienda svizzera: come fatturare a un cliente estero?

3 minuti di lettura

La fattura, documento contabile che vincola cliente e fornitore, è obbligatoria per convalidare qualsiasi operazione commerciale, sul territorio elvetico e anche all’estero.

Sia per le merci che per i servizi venduti a un privato o a un altro professionista, la fattura è al centro del processo contabile dell’azienda. E se è abbastanza semplice compilarla tra due parti che risiedono nello stesso territorio (essendo le norme fiscali e contabili identiche), cosa succede quando si deve mandare all’estero?

Fatturare a un cliente estero: quali norme seguire?

Scelta della valuta

Anche se il franco svizzero trova sempre il suo posto, in una fattura internazionale si deve aggiungere l’importo totale in valuta estera (oltre ai prezzi per ogni voce di prodotti e/o servizi inserita).

Per garantire una conversione fedele al tasso di cambio in vigore tra le due monete, è possibile usare il corso del giorno messo a disposizione quotidianamente dall’AFC.

Scelta della lingua

Per il cliente è importante poter comprendere la fattura. Se non si conosce la sua lingua, l’inglese è sempre una soluzione di riserva.

Attenzione: Assicurati comunque che il cliente comprenda la lingua di Shakespeare! In alcuni Paesi, come la Cina ad esempio, i bilingui anglofoni sono in minoranza.

Vale la pena ricordare che sapere la lingua del cliente è un vantaggio concorrenziale da non sottovalutare.

A seconda dei mezzi disponibili e di quanto è redditizia l’operazione, può essere opportuno rivolgersi a un professionista: una traduzione accurata della fattura può dare i suoi frutti nel lungo periodo e contribuire a fidelizzare i clienti.

Buono a sapersi: Nell’eventualità di un controllo fiscale, l’ideale è produrre due copie della fattura: una in inglese, o altra lingua straniera, e una in francese.

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Fatturare un cliente estero: come gestire l’IVA?

Esenzione

Trattandosi di una fattura estera, l’imposta sul valore aggiunto (IVA) è determinata dal Paese del cliente; la normativa svizzera non è applicabile in questo caso, né per i servizi né per le merci.

Per poter essere accettata oltre confine, la fattura deve comunque riportare la dicitura “esente IVA” accompagnata dal numero del relativo articolo di legge.

N.B.: Nella maggior parte dei casi, fa fede l’articolo 23 della legge sull’IVA.

Dal momento che la normativa varia in base al Paese di residenza del cliente, un esportatore autorizzato dall’AFC saprà rispondere in modo preciso alle domande sulla vendita di merci e servizi all’estero.

Casi particolari

Esportazione temporanea

L’esportazione temporanea di merci in un Paese estero è un caso più atipico. Non essendoci di fatto una vendita (perché le merci rientreranno in Svizzera), l’operazione è esente dall’IVA del Paese ospite tanto quanto dall’IVA elvetica.

È il caso della partecipazione a saloni, fiere o esposizioni internazionali. Questo tipo di attività comporta purtroppo altri costi, legati allo spedizioniere o a una richiesta specifica del trasportatore, che generalmente superano l’importo dell’IVA.

Buono a sapersi: I costi legati alle attività di promozione all’estero possono essere evitati ottenendo un libretto ATA.

Ritiro della merce

Un’eventualità più rara è quando il cliente estero ritira la merce direttamente sul territorio elvetico. In questo caso l’operazione, avendo luogo in Svizzera, non può essere esente IVA.

Fatturare a un cliente estero: gestione specifica

A parte l’esenzione IVA, non serve riportare altre diciture. Pertanto, una fattura destinata a un cliente estero avrà più o meno gli stessi campi obbligatori di un documento contabile indirizzato sul territorio svizzero. 

Considerata la volatilità del tasso di cambio tra il franco svizzero e le altre valute estere, l’ideale è tenere il pagamento ricevuto sul conto corrente in CHF come valore contabile.

Esenzione IVA, assenza di obblighi specifici se non è la lingua del cliente… La più grande incertezza riguardo alle fatture estere rimane ancora il rischio di cambio.

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